Project

TABÙ__ RITUALI SOCIALI

Il progetto è ancora un work in progress andato in scena, come primo studio a seguito di una residenza artistica presso il Teatro della Tosse di Genova, durante la prima giornata del Festival Internazionale Resistere e Creare 2023.  In collaborazione con la Fondazione Luzzati il debutto è previsto per l’autunno 2024. 

 

SINOSSI

 

La distanza di un viaggio non è questione di chilometraggio. In un seminterrato avevo trovato dei libri e il pomeriggio in uno stanzino cartografavo luoghi immaginari, parlavo con altre voci per popolarli. Restavo chiuso lì per ore, uscivo carico di visioni, indifferente alla fame.

Il dio che danza, P. Pecere

 

L’io viaggiante desidera staccarsi dalla rete di affetti e impegni che lo definiscono, uscire dal presente che opprime, riavvolgere il filo della storia o tagliarlo. Desidera vedere le cose sotto un’altra luce. Sia che passeggi senza uno scopo sotto casa, sia che s’imbarchi, se il suo modo di vedere non cambia non può dire di essersene veramente andato. In un altro senso si viaggia anche restando immobili, come quando si legge un libro o si partecipa a un rito. Queste tipologie di viaggio hanno in comune lo stato transitorio di perdita del sé e del quotidiano. È un processo che trasforma, mostra realtà nascoste che, come nel rito, variano punto di vista e stato interiore. 

TABU’- rituali sociali indaga il recupero del gesto rituale, attraverso il più elementare abbandono dell’io: la danza. Le performer grazie alla forza del rito, alla ripetizione del gesto, al confronto con gli abissi dell’essere, attueranno un cambiamento interiore che le porterà fuori da se stesse, in un mondo che non rifiuta i rituali e non nega il tabù più grande: la nostra condizione di esseri mortali. Un mondo in cui morte e vita convivono in stretta relazione. 

La pièce è ambientata in un luogo surreale tinto di rosso. Le matasse di corde sospese, trasformandosi in attrezzi multiforme, simboleggiano viaggi in grado di variare piano di prospettiva e significato: verticale (verso il cosmo, il tempo, l’eternità), orizzontale (verso la collettività) e diagonale (in rapporto alle cose visibili e non) che, con i corpi delle performer, costruirà un’architettura evocativa e un immaginario aperto alle possibilità dell’esistere.

 

 

Io voglio riconsacrare le cose per quanto possibile, voglio rimitizzarle … viviamo in una cultura che non crede più ai miracoli… cercare di trasmettere quel senso del miracoloso che ciascuno di noi prova guardando l’aurora, ad esempio: non succede nulla, il sole sorge, gli alberi sono illuminati dal sole. Per noi, forse, è questo ciò che va chiamato miracolo. P.P.Pasolini

 

LINK AL TRAILER

Concept, coreografia e performer : Maria Anzivino, Marianna Moccia, Valeria Nappi, Viola Russo

Assistente alla regia: Alessio Aronne

Drammaturgia: Rossella della Corte

Costumi: PAM Design

Foto: Silvia Aresca

Produzione: FUNA

Con il sostegno della Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova

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